Viaggio in Bhutan: guida completa

Viaggio in Bhutan

Un viaggio in Bhutan è un’esperienza incredibile. E’ come entrare in punta di piedi in un mondo completamente diverso da quello che noi occidentali conosciamo: un mondo tranquillo, pacifico, privo di stress, dove la gente è cordiale e premurosa oltre ogni immaginazione.

Lo chiamano il “paese della felicità“; qualcuno mi ha chiesto se è davvero così e la mia risposta è stata affermativa. Probabilmente dipende dal fatto che la maggioranza della popolazione è di fede buddista, ed è noto che questa religione è ispirata all’armonia e alla pace. Lo chiamano anche Druk Yul, cioè “terra del Drago” (troverete la parola druk molto spesso, per esempio nel nome della sua compagnia aerea, la Druk Air, oppure nella più famosa birra locale). C’è chi dice che in questo piccolo paese himalayano, incastrato tra India e Cina, non si calcoli il P.I.L., cioè il prodotto interno lordo, ma la Gross National Happiness, che sarebbe la felicità interna lorda.

Comunque stiano le cose, il nostro viaggio in Bhutan è stato un sogno che finalmente si è realizzato; era dal 2020 che volevamo andarci, ma purtroppo il Covid ha mandato a monte tutti i nostri programmi; e soprattutto il Bhutan è stato uno degli ultimi stati a riaprire le frontiere al turismo dopo la pandemia. Ma devo dire che, sbarcando dal nostro aereo, ci siamo resi conto che avevamo fatto bene a non rinunciare al nostro progetto e ad attendere ben quattro anni.

Storia del Bhutan

Viaggio in Bhutan
Arcieri

Il Bhutan è uno dei pochi stati che non ha mai subito nessun tipo di dominazione ed è sempre stato indipendente. La sua storia è strettamente legata alla sua religione.

Nel corso della vostra visita, sentirete spesso il nome di Ngawang Namgyal (e lo vedrete raffigurato all’interno dei più famosi templi, accanto alla statua di Bhudda). Si tratta di un lama originario del Tibet che unificò le terre che oggi formano il Regno del Bhutan e che, in un certo senso, lo svincolò dalle influenze tibetano (che secondo me sono ancora molto evidenti, sia nell’architettura che nella vita quotidiana).

Neanche il potente impero britannico riuscì a sottomettere il regno, grazie alla firma del trattato di Punakha, che sancì ottimi rapporti tra le due monarchie. L’attuale re, Jigme Khesar Namgyel Wangchuck, conosciuto anche come Re Drago, è salito al trono dopo l’abdicazione del padre ed è molto amato. Vedrete suoi ritratti, da solo o insieme alla moglie e ai figli, praticamente dappertutto. Perfino le guide portano sul petto una spilla con la sua foto.

Viaggio in Bhutan fai da te: è possibile?

Bandiere di preghiera
Bandiere di preghiera

Amanti dei viaggi in completa autonomia, rassegnatevi subito al fatto che in Bhutan non potrete organizzare un tour in fai da te. Dovrete infatti appoggiarvi ad un tour operator o, meglio ancora, ad una agenzia locale.

Infatti, per entrare nel paese, dovrete essere in possesso di un visto che può essere richiesto soltanto da una agenzia. Questo documento vi verrà fornito circa 15 giorni prima e vi sarà richiesto al momento del check in per il Bhutan.

Inoltre, il governo del Bhutan richiede il pagamento di una tassa (di cui vi parlerò nel prossimo paragrafo) che deve essere versata al tour operator e da questi al governo.

Prestate molta attenzione nella scelta dell’agenzia con la quale prenoterete; i prezzi richiesti sono estremamente variegati (abbiamo conosciuto dei viaggiatori che hanno speso il doppio di noi per un tour della stessa durata del nostro). Prima di prenotare, chiedete vari preventivi e fate dei paragoni.

Noi ci siamo affidati a Suraj Chhetri, titolare della Bhutan Travel Gate. Il programma è stato ben organizzato, gli hotel che ha scelto molto comodi e caratteristici e la guida e il driver che ci ha fornito sono stati eccezionali, molto premurosi e competenti. Insomma, siamo stati molto soddisfatti della scelta fatta!

Quanto costa un viaggio in Bhutan

Viaggio in Bhutan
Camion

Rispetto alla maggior parte delle destinazioni asiatiche, il Bhutan è una meta piuttosto costosa. Il motivo è la tassa governativa che ogni visitatore deve pagare; si chiama Sustainable Development Fee (SDF) e ammonta (almeno al momento) a 100$ al giorno a persona. La tassa era stata aumentata a 250$ subito dopo il Covid, rendendo un viaggio in Bhutan assolutamente impossibile per chiunque. Fortunatamente adesso è stata ridotta e così resterà per i prossimi 4 anni, cioè fino al 2028. Per ogni eventuale variazione è comunque opportuno consultare il sito ufficiale del turismo in Bhutan.

Oltre alla tassa, dovrete poi pagare gli hotel, tutti i pasti, gli ingressi alle attrazioni e i trasporti. Il costo di tutte queste cose non è poi così elevato, visto che il costo della vita in Bhutan è abbastanza basso. In generale, gli hotel proposti dai tour operator sono dei 3 stelle (più che dignitosi, a mio avviso), ma volendo, potete scegliere di soggiornare in hotel di livello superiore; ovviamente in questo modo i costi aumentano. Dovete poi aggiungere il costo del visto, che ammonta a 40$ a persona, e il volo.

Il modo migliore per visitare il Bhutan senza svenarsi è di abbinare un’altra destinazione asiatica per ammortizzare i costi del volo internazionale, e rimanere nella terra del Drago per un periodo limitato di giorni. In alternativa si può viaggiare in piccoli gruppi, ma è una soluzione che noi abbiamo preferito evitare perchè io e Gianni siamo abbastanza “viziati” e preferiamo viaggiare da soli, con il nostro driver e la nostre guida.

Quando andare in Bhutan

Chorten
Chorten

Il Bhutan è un paese himalayano, di conseguenza il periodo invernale è caratterizzato da temperature molto rigide, ed è quindi sconsigliabile per un viaggio. Allo stesso modo, sono da evitare i mesi estivi, durante i quali il termometro segna temperature torride, anche perchè è il periodo più piovoso, a causa dell’influenza del monsone indiano.

I periodi migliori sono la primavera, da marzo a maggio, o l’autunno, cioè da settembre a novembre. Le temperature non sono altissime, almeno al mattino e alla sera dovrete coprirvi, ma di giorno può fare abbastanza caldo. Potrebbe capitarvi (come è successo a noi) di imbattervi in una bella nevicata ad alta quota; sul Dochula Pass, proprio il primo giorno di primavera, abbiamo trovato la neve, ma è stato divertente!

Questi sono inoltre i periodi in cui si svolgono i grandi festival religiosi, gli tshechu, che attirano tantissimi visitatori da tutto il mondo. In primavera, potrete anche godere dello splendido panorama dei rododendri in fiore!

Come arrivare in Bhutan

Costumi tradizionali
Costumi tradizionali

L’aeroporto di Paro è, al momento, l’unico del Bhutan, ma anche uno dei più pericolosi al mondo. Per questo motivo solo un numero limitato di piloti (una trentina) ha l’autorizzazione a decollare e atterrare sulle sue piste e tutti appartengono alla Druck Air e alla Bhutan Airlines, le due compagnie di bandiera.

Non esistono voli diretti dall’Europa; dovrete necessariamente fare scalo in uno di questi paesi: Nepal, India, Tailandia o Singapore. Il più economico, ma solo perchè è il più vicino, è il volo che parte dall’aeroporto di Kathmandu.

Noi abbiamo raggiunto Paro partendo da Delhi, perchè avevamo deciso di abbinare la visita del Bhutan a quella del Gujarat, in India. In questo modo, siamo riusciti ad ammortizzare i costi del volo internazionale dall’Italia.

Un consiglio: nel momento in cui fate in check in, cercate di ottenere un posto sul lato destro dell’aereo in andata e a sinistra al ritorno. In questo modo riuscirete a godere di una splendida visuale delle montagne dell’Himalaya. Ma vi avverto subito, è tutt’altro che facile visto che questi posti sono presi d’assalto!

Quanti giorni ci vogliono per visitare il Bhutan

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Dochula Pass

Il Bhutan è uno stato veramente molto piccolo, si estende su 38.394 chilometri quadrati. Pensate che la sua popolazione totale ammonta a circa 782.455 persone; se pensate alle megalopoli degli stati vicini, cioè india e Cina, è ben poca cosa. Di conseguenza, le distanze sono ben poca cosa, le strade sono ben tenute ma spesso sono strade di montagna, tortuose e piene di tornanti.

Questo significa che potete visitare il paese anche in una sola settimana, riuscendo quindi a contenere i costi. E’ quello che abbiamo fatto noi, siamo riusciti a vedere tutto quello che ci interessava in sette giorni.

Internet ed elettricità

Viaggio in Bhutan
Il Re del Bhutan

Tutti gli hotel e la maggior parte dei ristoranti fornisce il servizio di Wifi. Noi lo abbiamo trovato comodo ed efficiente, ma siccome preferiamo essere sempre connessi abbiamo deciso di acquistare una Sim locale.

Per farlo, ci siamo rivolti al nostro driver che, con uno dei nostri passaporti, ci ha acquistato una schedina della Bhutan Telecom. Il costo è veramente basso: solo 1 euro per 10 giga (ovviamente a noi interessava solo il traffico dati). Ovviamente, ce ne sono avanzati un pò al momento della partenza; questo perchè in alcune aree non c’è praticamente nessun segnale e quindi per qualche ora siamo rimasti sconnessi.

Per quanto riguarda l’elettricità, nella maggior parte degli hotel siamo riusciti ad utilizzare le stesse prese che si utilizzano in Italia, in un caso abbiamo dovuto ricorrere ad un adattatore. Questo perchè la spina non entrava fisicamente nella presa, ma il voltaggio è lo stesso che abbiamo noi.

Un consiglio: in alcuni alberghi c’è una certa carenza di prese ( o forse siamo noi che abbiamo sempre un mucchio di cose da caricare), per cui è meglio portarsi delle multiprese per risolvere il problema!

Contanti e carte di credito

Dzong di Punakha
Dzong di Punakha

La moneta del Bhutan è il ngultrum, diviso in 100 chhetrum. Potete procurarvi la valuta locale presso le banche o gli ATM, che si trovano solo nelle grandi città come Paro o Thimphu. La cosa migliore è cambiare in aeroporto appena arrivati; diversamente da quello che succede in altri stati, il tasso di cambio in aeroporto è identico a quello che potrebbero offrirvi in altre situazioni. Ricordate di conservare la ricevuta perchè, nel caso vi avanzasse della valuta locale, dovrete poi ricambiarla al momento della partenza dal Bhutan. Il ngultrum infatti è spendibile solo in questo stato.

Noi abbiamo cambiato solo un centinaio di euro, perchè tutte le spese erano già state pagate e i contanti ci sarebbero serviti solo per le spese personali, come souvenir, bevande ai pasti, mance ed eventuale servizio di lavanderia. Inoltre, avevamo con noi ancora un bel pò di rupie indiane che vengono normalmente accettate, così come gli euro, i dollari e le sterline.

Per quanto riguarda le carte di credito, esse vengono accettate sia nei negozi più grandi che negli hotel. In realtà in due o tre occasioni il pagamento non è andato a buon fine, sia utilizzando la Mastercard di Gianni che la mia Visa. In un caso, il problema è stato quello della mancanza di collegamento a Internet, ma le altre volte il motivo è rimasto sconosciuto. Per questo motivo, vi consiglio di portare con voi anche un pò di euro in caso di estrema necessità! Ricordate inoltre che, usando la carta, pagherete delle commissioni piuttosto elevate.

Cosa comprare durante un viaggio in Bhutan

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Casa decorata con un fallo

Piccola premessa: siamo rimasti scioccati dai prezzi dei souvenir che sono davvero elevati. E’ vero che per la maggior parte si tratta di oggetti di artigianato lavorati a mano, ma il costo è davvero alto. Infatti, abbiamo comprato molte meno cose di quello che avevamo pensato.

Il Bhutan è famoso per la tessitura artigianale di splendidi tessuti, la maggior parte dei quali sono destinati alla produzione dei vestiti tradizionali utilizzati quasi quotidianamente dagli abitanti. L’abito femminile si chiama kira, quello maschile gho. Un altro souvenir interessante sono le maschere; ce ne sono di varie dimensioni e sono coloratissime, molto belle. Esse rappresentano varie figure religiose, alcune hanno un’espressione adirata e sono abbastanza inquietanti, ma sulla parete di casa vostra faranno un figurone.

Poi ci sono le singing bowls, o campane tibetane, che sicuramente avrete già visto in Nepal o in alcune zone dell’India. Sono delle ciotole di metallo, di solito decorate esternamente, la cui funzione è di creare armonia positiva, dicono che abbiano anche funzioni curative perchè puliscono i chakra.

Un souvenir che si trova in Bhutan e in pochi altri stati (per esempio l’Indonesia) sono i falli maschili. Essi sono dei simboli scaramantici, appendendone uno alla porta terrete lontani gli spiriti maligni. Ma sono anche dei simboli di prosperità e felicità; per questo motivo ne vedrete molti dipinti sulle case in modo assolutamente realistico. Nei mercati, potrete comprare falli di ogni dimensione, coloratissimi, con le faccine, con le braccia. Ne abbiamo visti in legno, ma anche intagliati nel sapone.

Viaggio in Bhutan: alcool e fumo

Festival di Paro
Festival di Paro

Questo paragrafo probabilmente non interessa a molti, ma lo scrivo lo stesso perchè, prima della partenza, avevo letto informazioni contraddittorie che si sono rivelate infondate. In molti articoli c’è scritto che non si trova assolutamente alcool e che il fumo è super vietato.

Non è così! Negli hotel e nei ristoranti troverete sia vino che birra da consumare con il vostro pasto, e se volete, anche liquori per fare un brindisi dopo cena. Io sono astemia, ma a Gianni piace bere una birra ogni tanto quando siamo in vacanza. Ha assaggiato la Druck Rossa e dice che è molto buona; esiste anche la versione azzurra che sembra sia più leggera. Il costo è tutt’altro che esoso, anzi costa molto meno che in Italia.

Per quanto riguarda il fumo, esistono delle aree fumatori più o meno dappertutto; di solito sono abbastanza affollate non solo da turisti come noi, ma anche da guide e drivers locali. Quindi, se siete fumatori come noi, sappiate che troverete comunque un modo per farvi una fumatina!

Cosa mangiare durante un viaggio in Bhutan

Maschere
Maschere

Una delle mie preoccupazioni prima della partenza in Bhutan era il cibo. Avevo letto che servono pietanze estremamente speziate e questo per me non va bene, visto che se mangio qualcosa di appena piccante poi sto male. In realtà, i ristoranti servono due tipi di menu: quello “normale” (cioè non piccante) per i turisti, e quello speziato che è riservato ai locali. Quindi, non ho avuto nessun problema e anzi, ho mangiato molto di gusto!

In generale, sia i ristoranti degli hotel che gli altri dove abbiamo pranzato a mezzogiorno offrono il servizio a buffet. La cucina bhutanese è un misto di cucina indiana (prevalentemente) e cinese; in generale si comincia con una zuppa, poi ci sono i noodles, il pollo cucinato in vari modi, e l’immancabile riso al vapore. Una specialità del Bhutan è il riso rosso, che dicono abbia delle importanti proprietà nutritive, ma che a me non è piaciuto moltissimo.

Troverete anche dell’ottima frutta, soprattutto banane e anguria. In molti casi servono anche il dolce; il mio preferito era una specie di crema che sembrava gelato sciolto, nella quale navigavano pezzi di frutta.

Viaggio in Bhutan: mal di montagna e altitudine

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Mercato di Thimphu

L’altra cosa che mi creava un pò di angoscia a proposito del viaggio in Bhutan era l‘altitudine e la possibilità di soffrire di mal di montagna. Essendo uno stato himalayano si attesta intorno ai 2200 metri sul livello del mare; ma un paio delle tappe del nostro itinerario erano ben più elevate. Per esempio, il Dochula Pass si trova a oltre 3000 metri.

Non sapendo come avrebbe reagito il mio organismo (e anche quello di Gianni, ovviamente), mi ero portato dietro il Diamox. Si tratta di un diuretico che attenua il senso di malessere e mitiga il mal di montagna.

In realtà, non abbiamo avuto nessun bisogno di utilizzarlo, perchè non abbiamo avuto nessun problema. Certo, la stanchezza si sente di più che al livello del mare ma si rimedia facendo le cose più lentamente e con delle pause. Inoltre, abbiamo bevuto delle quantità d’acqua incredibili; del resto è una delle cose da fare per non avere problemi.

Volendo, l’unico sintomo che ho avuto è stata l’insonnia: durante la notte mi svegliavo più volte, e ne approfittavo per andare alla toilette. Però, in tutta onestà, non saprei dirvi se il problema era dovuto all’altitudine, visto che è una cosa che mi capita anche a casa in alcuni periodi.

Cosa vedere durante un viaggio in Bhutan: il nostro itinerario

Risaie
Risaie

Ed ecco il nostro itinerario nel meraviglioso regno del Bhutan!

1° giorno: arrivo a Paro e trasferimento a Thimphu

Siamo arrivati all’aeroporto di Paro da Delhi molto presto; dopo il disbrigo di tutte le formalità, abbiamo incontrato la nostra guida e il nostro driver verso le 7.30. In auto abbiamo raggiunto la capitale dello stato, Thimphu, e siamo stati portati in hotel. Dopo un meritato riposo (avevamo passato la nottata in bianco), abbiamo cominciamo a visitare la città. Ce ne siamo subito innamorati e abbiamo apprezzato tutto, malgrado un pò di stanchezza.

2° giorno: visita di Thimphu

La nostra seconda giornata è stata dedicata interamente alla visita di Thimphu e dei suoi dintorni; per conoscere esattamente i dettagli delle attrazioni che abbiamo visitato, dovrete attendere il mio prossimo articolo 🙂

3° giorno: trasferimento a Punakha

Ruota di preghiera
Ruota di preghiera

Lasciata Thimphu, in auto, abbiamo preso la direzione di Punakha. Nel tragitto, che è durato circa 2 ore e mezzo, abbiamo fatto sosta al Dochula Pass per scattare un pò di foto. Una volta giunti a destinazione abbiamo visitato un paio di templi e poi siamo andati in hotel.

4° giorno: visita di Punakha e dintorni

Dopo aver visitato il minuscolo ma caratteristico villaggio di Limbukha, cosa che ci ha portato via circa tre ore, siamo tornati a Punakha per la visita del suo dzong e per comprare alcuni souvenir.

5° giorno: trasferimento a Paro e partecipazione al festival

Rientrando a Paro, abbiamo effettuato una nuova sosta al Dochula Pass. Qui abbiamo trovato una bella sorpresa: pur essendo il 21 marzo, quindi il primo giorno di primavera, nevicava a larghe falde e io e Gianni ci siamo divertiti come due bambini. A Paro, ci siamo recati subito allo dzong per assistere al festival, che si teneva al suo interno.

6° giorno: visita al Tiger’s Nest e visita di Paro

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Ruote di preghiera

Al mattino siamo andati a visitare il Taktsang Ghoempa, più comunemente conosciuto come “Nido della Tigre”. Si tratta del monumento simbolo del Bhutan; è una escursione piuttosto impegnativa di cui vi racconterò in un altro articolo. Di seguito, abbiamo visitato Paro e soprattutto siamo andati per negozietti per acquistare gli ultimi regalini.

7° giorno: fine del viaggio in Bhutan partenza per l’Italia

Al mattino, dopo una velocissima colazione, siamo stati accompagnati all’aeroporto per prendere l’aereo per Delhi. Ahimè, il viaggio è passato molto velocemente e ci è dispiaciuto molto dover andar via!

Statua di Buddha a Thimphu
Statua di Buddha a Thimphu
Tessitura artigianale


26 Comments to Viaggio in Bhutan: guida completa

  1. Francesca ha detto:

    Il Bhutan mi ha sempre attratto. Sarà perchè è una meta meno turistica delle altre e per questo, forse, più autentica. Il non poter viaggiare in autonomia non è un limite ma comprendo l’importanza di scegliere con cura l’agenzia da cui essere seguiti.
    Per il cibo piccante/menù turista mi sembra una buona alternativa. Avete fatto un viaggio bellissimo e immagino quanta energia vi siete portati a casa!

    • Teresa ha detto:

      Il Bhutan è una destinazione molto particolare, io me ne sono innamorata da subito e la consiglio a tutti!

  2. Marina ha detto:

    Penso che il Bhutan sia uno dei luoghi da visitare assolutamente, almeno lo è per me. I vostri consigli mi saranno di grande aiuto quando inizierò a pianificare il viaggio in questo paese da sogno.

  3. Mimì ha detto:

    Da tantissimo tempo penso ad un Viaggio in Bhutan. Per ora sono stata frenata da varie vicissitudini, ma spero di poter presto concretizzare questo sogno. Molto utile le informazioni che qui hai scritto! Ho un contatto con un tour operator locale, ma credo che contatterò anche l’agenzia con la quale hai viaggiato tu stessa per un preventivo!

  4. LARA ha detto:

    Siete andati in un luogo decisamente inconsueto e fuori dalle mete turistiche solite. Mi piace questo tour dove le atmosfere sono diverse e quasi intime, poi amo la montagna e il freddo quindi per me è 10 e lode!

  5. Cristina ha detto:

    Il Bhutan è una meta che non ho mai preso in considerazione ma ammetto che dopo aver letto il tuo dettagliato racconto, mi è sorta una certa curiosità. Grazie per questa guida che sarà molto utile per chiunque voglia intraprendere un viaggio in questo magico luogo.

  6. Libera ha detto:

    Ho letto con molta curiosità della vostra esperienza perché questa è una destinazione che non avevo mai preso in considerazione fino ad ora, eppure mi sembra che abbia davvero molto da offrire.

  7. Eliana ha detto:

    Ho seguito con attenzione il vostro viaggio sui social e sono davvero contenta di avervi visto esplorare il Bhutan e divertirvi. É un Paese che ho conosciuto un poco grazie alle puntate di PIF dedicategli ma che ancora non avevo preso in considerazione di visitare: mi avete fatto cambiare idea!

  8. LA KRY ha detto:

    Come sempre sapete stupire e coinvolgere con le vostre mete “avventurose”, raccontate come sai fare tu! Il Bhutan non ce lo aspettavamo, ma sarà una emozionante scoperta, non vediamo l’ora degli altri articoli.

    • Teresa ha detto:

      Il Bhutan era nei nostri programmi da tantissimo, ma avevamo dovuto rimandare per colpa del Covid. Ma finalmente ce l’abbiamo fatta!

  9. Arianna ha detto:

    Un luogo in cui voglio andare da tempo, deve essere davvero affascinante, mi piacciono i paesaggi himalayani, li ho visti in Nepal. Mi incuriosice poi questa cosa della felicità del paese, sono davvero così sereni? Che sensazioni avete percepito?

    • Teresa ha detto:

      Onestamente si, sembrano davvero tutti molto contenti, sereni e soddisfatti. Abbiamo percepito delle sensazioni davvero positive. Comunque, non ti aspettare che il Bhutan sia come il Nepal, a parte le montagne è un mondo completamente diverso, molto più simile al Tibet!

  10. Claudia ha detto:

    Il Bhutan è un paese così mistico e magico, assolutamente da vedere per testare con mano la felicità di questo popolo. Trovo molto costosa la tassa giornaliera per i turisti, e meno male che non è poi alta come subito dopo il covid!

  11. Annalisa Spinosa ha detto:

    Io soffro terribilmente il mal di montagna, per cui sto alla larga da mete che siano per me deleterie. Hai fatto bene a specificare nell’articolo questa possibilità, per chi come me non sa mai quanto potersi spingere in alto. Guida super completa, come da copione del resto!

    • Teresa ha detto:

      Non so quale sia la tua tolleranza all’altitudine, ma credo che in Bhutan potresti andarci, magari con l’aiuto del Diamox. Ci sono senza dubbio posti peggiori!

  12. Una meta che mi ha incuriosito molto, soprattutto per via del calcolo della Gross National Happiness! Ho letto un libro non molto tempo fa in cui si accennava alla necessità di ottenere un visto per entrare, ma non avevo idea dei costi elevati (menomali che sono stati abbassati).
    Non vedo l’ora di leggere i vostri prossimi articoli su questo paese.

  13. Che meraviglia di colori e di atmosfere. Davvero una destinazione insolita ma molto affascinante, le maschere sono un pò inquietanti ma comunque bellissime. Avete fatto un viaggio stupendo

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